“Condividendo direttamente la vita degli handicappati, dei tossicodipendenti, dei minori senza famiglia cerchiamo di far arrivare la loro voce ovunque, specialmente a chi ha il potere di liberare ed opprimere. (…) Di tanti ministeri esistenti, avrei voluto che lei ne avesse aggiunto un altro: il Ministero della Pace. Gli uomini hanno sempre organizzato la guerra. È arrivata l’ora di organizzare la pace”.
Lettera al Presidente del Consiglio – Anno 2001
Don Oreste Benzi – Fondatore Comunità Papa Giovanni XXIII
Nel nostro Paese vi sono diversi organi (consulte, comitati, osservatori) che in modi differenti si occupano di attività connesse alla promozione della pace e alla prevenzione della violenza. Manca ‘una cabina di regia istituzionale’ per dar vita a un nuovo sistema nazionale per la promozione della pace.
Il Ministero per la Pace potrebbe, in collaborazione con altri ministeri e gli altri organi istituiti presso amministrazioni statali, individuare azioni coordinate nazionali e finalmente dare il nome ad una politica strutturale per la pace.
Il nuovo Ministro, agendo in maniera trasversale ed in collaborazione con gli altri ministeri, avrebbe competenza su:
- Promozione di politiche di Pace per la costruzione e la diffusione di una cultura della pace attraverso l’educazione e la ricerca, la promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà nazionale ed internazionale, il dialogo interculturale, l’integrazione.
- Disarmo, con il monitoraggio dell’attuazione degli accordi internazionali e promuovendo studi e ricerche per la graduale razionalizzazione e riduzione delle spese per armamenti e la progressiva riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa.
- Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi Civili di Pace al Servizio Civile quali strumenti di intervento nonviolento della società civile, nelle situazioni di conflitto e in contesti di violenza strutturale e culturale.
- Prevenzione e riduzione della violenza sociale e promozione di linguaggi e comportamenti liberi dall’odio
- Qualificazione delle politiche di istruzione rispetto all’educazione alla nonviolenza, trasformazione positiva dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace.
- Mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa, promuovendo misure concrete di “riparazione” alla società del danno commesso dal reo.