Perché proponiamo di istituire il Ministero della Pace, in un mondo che sviluppa la corsa agli armamenti, in cui la Corea del nord vuol fare fuori l’America e viceversa, etc, dove le guerre intestine eliminano migliaia e migliaia di vite a civili e militari?
Perché noi sentiamo, come tanti, tantissimi, che è ora di cambiare rotta, fare un’inversione ad U.
Il Papa sostiene che lo spettro della guerra nucleare, della terza guerra mondiale a pezzi, ci deve portare decisamente a fare una scelta di un’educazione alla pace: nelle scuole, nelle famiglie, a partire dalla prima infanzia. Di un’educazione alla nonviolenza, ad un servizio civile per il bene comune.
La Comunità Papa Giovanni XXIII nasce come una comunità nonviolenta. Molti membri fratelli e sorelle della Comunità hanno incontrato questo cammino meraviglioso di espiazione, cioè “io ci metto la vita”, “io sto con te”, “io metto la mia spalla sotto la tua croce e la porto insieme”.
Chiediamo di riconvertire le fabbriche di armi, che danno si lavoro, ma se si riconvertono, quel lavoro può essere a supporto della vita e non delle scelte di morte. Serve una riconversione reale, studiata, pensata, anche da economisti.
Nel libro del profeta Isaia c’è un bellissimo passo che dice “Ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando – facendo fracasso – ed ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco”: come si legge nelle note della Bibbia di Gerusalemme, questo passo sta a significare che la distruzione dell’equipaggiamento militare preannuncia un’epoca di pace. “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, le loro lance e ne faranno falci, una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione”. Mi piace anche un altro bellissimo passo del patriarca Atenagora, che dice:
“La guerra più dura è contro noi stessi, dobbiamo disarmarci. Ho perseguito questa guerra per anni ed è stato terribile, ma sono stato disarmato, non ho più paura di niente, perché l’amore caccia il timore. Sono disarmato dalla volontà di avere ragione, di giustificarmi squalificando gli altri, non sono più sulle difensive”.
Questo è un nuovo modo di vivere!
“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito Nuovo” dice il Signore. “Accolgo e condivido, quando non si ha più nulla non si ha più paura, se ci si disarma ci si spossessa, allora arriva un tempo nuovo in cui tutto è possibile” prosegue Atenagora.
Durante la conferenza del 12 febbraio a Padova sul Ministero della Pace, abbiamo presentato i risultati di un sondaggio che evidenzia come due terzi degli italiani sono favorevoli all’istituzione del Ministero della Pace, soprattutto i giovani.
Quella del Ministero della Pace è una realtà finora mai esistita in Europa, ma da tempo oggetto di proposte, e che in alcuni stati, come il Costarica ed il Nepal, ha già preso corpo.
Come abbiamo detto più volte negli ultimi mesi, con le parole di Don Oreste Benzi “l’uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra è giunta l’ora di organizzare la pace”: vi è la necessità di farlo in modo sistematico, intelligente, attraverso una formazione permanente.
Alla Campagna “Ministero della Pace, una scelta di governo”, che abbiamo lanciato lo scorso 19 dicembre 2017, abbiamo avuto l’adesione di molte importanti organizzazioni della società civile, che si sono unite e che si uniscono in questa battaglia, ma non basta.
Se è vero che la Pace è il nostro orizzonte comune, una necessità fondamentale, per il presente e per il futuro del nostro Paese e del nostro mondo, una necessità fondamentale per il nostro presente ed il nostro futuro, ne servono molte, molte di più.
“La messe è tanta e gli operai sono pochi” : dimostriamo che la Pace è la sola cosa che ci unisce e che ci rende liberi!
Tra gli obiettivi del Ministero della Pace che vorremmo venisse istituito nella prossima legislatura, anche quello di formare un corpo civile esperto nella trasformazione positiva e nonviolenta dei conflitti.
Dobbiamo stimolare la consapevolezza che la pace va ricercata, promossa e sostenuta con specifiche forze, competenze e adeguati investimenti. Sono altresì importanti la formazione dei militari ai diritti umani ed alla nonviolenza, l’educazione alla pace nelle scuole, dove gli studenti devono apprendere i paradigmi culturali della pace, la capacità di riconciliazione, di relazione, l’accettazione del diverso, l’integrazione.
La sicurezza, è un altro tema molto attuale nelle nostre città: con il Ministero della Pace ci piacerebbe che fosse custodita non solo dai militari, ma da un corpo civile, che metta fianco a fianco le persone per prevenire la violenza ma anche per gestirla quando si manifesta. Una presenza che educhi la nostra capacità nonviolenta.
Vogliamo che il Ministero della Pace diventi una proposta politica, una realtà. Non vogliamo che rimanga solo una bella idea, e questo dipende da ciascuno di noi, che ogni giorno è una piccola parte dello Stato, una piccola parte della Società, una piccola ma irripetibile parte della grande famiglia umana.
Abbiamo imparato una cosa da Don Oreste, tra le tante: la tenacia. Questo è un punto di partenza. Lui ha sognato questo quasi vent’anni fa, oggi siamo in tanti a sognare, e come lui diceva: “quando si è in tanti a sognare, una cosa diventa realizzabile”.
Allora da oggi insieme a tutti voi, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, noi talloneremo i nostri parlamentari affinché il Ministero della Pace diventi realtà, e siamo convinti che arriveremo a questo obiettivo.
Buon lavoro e buon cammino di Pace.
Giovanni Ramonda
ass. Comunità Papa Giovanni XXIII